Anghiari
Il grazioso borgo di Anghiari si trova in provincia di Arezzo, quasi al confine tra la Toscana e l' Umbria nella cosiddetta Valtiberina toscana. Per la sua posizione strategica Anghiari rivestì un ruolo molto importante nel Medioevo. Nella pianura appena sotto il borgo nel 1440 si svolse la famosa Battaglia di Anghiari, nella quale le truppe fiorentine sconfissero quelle milanesi, permettendo così a Firenze di assumere il governo della città. Il celebre affresco della Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci, andato purtroppo perduto, fu commissionato proprio per onorare questa vittoria. Da non perdere, nel borgo vecchio, l'omonimo museo dedicato alla battaglia.

San Sepolcro
La tradizione attribuisce a Sansepolcro un’origine mitica per opera di due Santi pellegrini, Arcano ed Egidio che, di ritorno dalla Terra Santa, si fermarono in questa valle dove, per un segno divino, decisero di restare e costruire una piccola cappella per custodire le Sacre Reliquie, portate da Gerusalemme. Intorno a questo primo oratorio si sviluppò il Borgo che fu detto, proprio per questa origine, del Santo Sepolcro. Un centro storico colpito da una lunga storia di terremoti ma che ha conservato sino ai giorni nostri i caratteri di un centro d’autore, legato al massimo figlio di questa terra: Piero della Francesca. L’Artista, che si firmava “Pietro dal Borgo”, ha immortalato la sua città nelle sue opere. La Casa di Piero della Francesca, l’edificio in cui nacque l’Artista, è un bel palazzo quattrocentesco alla cui progettazione forse partecipò egli stesso.
Museo Civico di Sansepolcro
Inaugurato nel 1975, è allestito nel Palazzo dei Conservatori (XIV secolo), appositamente ristrutturato. Oltre ai famosi capolavori di Piero della Francesca, comprende importanti opere pittoriche provenienti da chiese della città e del territorio, il tesoro della Cattedrale ricco di preziose oreficerie, una raccolta di materiale scultureo in pietra e una collezione di materiali preistorici della Valtiberina. In particolare il museo espone affreschi di scuola locale del XIV secolo, affreschi e tavole di Piero della Francesca, tra cui la Resurrezione e il Polittico della Misericordia

Caprese Michelangelo
Il nome stesso del paese, porta il ricordo del celebre Michelangelo Buonarroti, che qui nacque il 6 marzo del 1475. Nel 1875, con il rinvenimento dell'atto di nascita di Michelangelo a Caprese, venne fondato, all'interno dell'antico Palazzo del Podestà e quindi casa natale dell'Artista, il Museo Michelangiolesco che oggi conserva numerosi pregevoli calchi delle opere dello scultore.

San Giustino
San Giustino, antica città umbra densamente popolata in epoca romana, divenne nel Medioevo un avamposto di Città di Castello, con una rocca successivamente convertita e abbellita dai Bufalini, una famiglia locale di ricchi proprietari terrieri. Gli eventi del Risorgimento successivamente rafforzarono i legami di San Giustino con Città di Castello, in quanto entrambe erano state occupate dalle truppe di Manfredo Fanti nel 1860 e insieme annesse al Regno d'Italia. Il Castello Bufalini, nel centro di San Giustino, è uno degli esempi più significativi della cultura umbro-toscana, e attualmente è proprietà dello Stato. Circondato da un meraviglioso giardino all'italiana con un labirinto, ha al suo interno numerosi affreschi attribuiti a Cristoforo Ghepardi accanto a capolavori pittorici quali la Madonna e il Bambino con i Santi di Signorelli, una Madonna di Andrea del Sarto e altre opere di Guido Reni.

Monterchi
Il piccolo e grazioso borgo di Monterchi situato nella parte più meridionale della Valtiberina Toscana è una tappa fondamentale per chi desidera ripercorrere la vita e le opere del maestro Piero della Francesca, una delle espressioni più alte del Rinascimento. Il suo centro storico conserva un aspetto tipicamente medievale, anche se alcuni significativi terremoti tra l’Ottocento e il Novecento, lo hanno messo a dura prova. Ancora oggi le sue stradine fanno respirare un’aria di altri tempi, tra piccole botteghe e bar di paese. Non manca la tentazione di affacciarsi ai parapetti in muratura, prima su tutti la terrazza panoramica della Rocca, che offrono un lunghissimo sguardo sui paesaggi circostanti. Qui il Maestro ha lasciato un capolavoro come la Madonna del Parto, un affresco dipinto tra il 1455 e il 1465 all’interno della chiesa di Santa Maria a Momentana. All’opera è stato dedicato un omonimo museo, dove l’opera è in mostra in tutto il suo splendore.

Città di Castello
Città di Castello è il centro più importante della Valtiberina Umbra, cinta da imponenti mura cinquecentesche che in parte la seguono lungo la fertile Valle del Tevere.
Museo del Duomo
Posto a lato della cattedrale, conserva preziose testimonianze di arte sacra e reperti storici. Spiccano il Tesoro di Canoscio (rara collezione di piatti ed oggetti eucaristici risalenti al V / VI secolo), il Paliotto (in oro e argento di epoca romanica), il Pastorale d’argento (in oro e smalti del ‘300) e dipinti di Pinturicchio (tavola raffigurante la “Madonna con Bambino e San Giovannino”), Rosso Fiorentino (Cristo in Gloria), Giulio Romano (“Angeli”, olio su tavola); tra i documenti di archivio si segnala la Pergamena di Federico Barbarossa del 1163.
Cattedrale
La Cattedrale dei santi patroni Florido e Amanzio è edificata nel punto più alto della città dove, secondo la tradizione, si trovava l’antico tempio del 103 d.C. dedicato alla Dea Felicitas. Nella forma attuale è di costruzione rinascimentale ed ha origini romaniche, testimoniate anche dall’attiguo Campanile Cilindrico. La Chiesa inferiore è della seconda metà del XV secolo. Sulla scalinata laterale, del diciottesimo secolo, si ammira il bel portale tardo gotico a rilievi scolpiti. All’interno il soffitto, realizzato nel 1699, è a cassettoni.
Campanile cilindrico
Solenne opera romanica dell’XI secolo, è quanto resta dell’originale struttura della Cattedrale. Le successive fasi di costruzione del campanile, che supera i quaranta metri di altezza, sono evidenti anche nell’uso dei materiali realizzati. La parte inferiore, in piccoli conci di pietra arenaria, è databile tra l’XI e il XIII sec. e quella superiore, con aperture, risale al XIII sec. La struttura termina con un coronamento a cono al cui interno sono ospitate tre campane. È uno dei tre campanili romanico – bizantini rimasti in Italia.
Torre Civica
Domina la città e mostra il tipico aspetto dell’epoca di costruzione (sec. XIII), con stemmi in pietra. Utilizzata, grazie alla sua altezza, come vedetta per il controllo del territorio circostante e anche come pubblica prigione, alla fine del Trecento vi fu apposto il primo orologio pubblico. Dalla Torre, nota anche come “Torre del Vescovo” perché unita al Palazzo Vescovile, si gode di un’incomparabile veduta del centro storico. Attualmente è oggetto di lavori di consolidamento.
Palazzo del Podestà
Il palazzo, terminato nel 1368, fu progettato da Angelo da Orvieto. Sulle lunette, sopra il portale delle botteghe, a piano terra, si intravedono ancora fregi e stemmi di Podestà che governarono la città. Le splendide bifore richiamano quelle del palazzo dei Consoli (Gubbio) progettato dallo stesso architetto. Il loggiato verso piazza Fanti è stato costruito nel 1620, mentre la facciata verso piazza G. Matteotti, completamente rifatta nel 1687, mostra oltre gli orologi pubblici anche la rosa dei venti.

Umbertide
Situata nella parte settentrionale dell'Umbria, Umbertide sorge nel territorio dell'Alta Valle del Tevere in una verde vallata dominata dal Monte Acuto, una zona molto fertile grazie alla presenza del fiume Tevere, che l'attraversa per circa 50 chilometri. I primi insediamenti del VI secolo a.C. sono testimoniati dai bronzetti di Monte Acuto, oggetti votivi rinvenuti sulla cima del monte dove si trovava un santuario etrusco. Le prime notizie certe sulla città sono del 1189, quando Umbertide era sottoposta alla giurisdizione di Perugia. La dominazione di Perugia durò fino al XVI secolo, quando entrò a far parte dello Stato Pontificio, nel cui dominio restò fino alla costituzione del Regno d'Italia (1860). Nel centro storico spicca la Rocca, superba fortezza medievale, da sempre simbolo della città. Completamente ristrutturata, attualmente è la sede del Centro per l'Arte Contemporanea. Notevoli la chiesa ottagonale di Santa Maria della Reggia, detta Collegiata (XVI secolo), e la chiesa di Santa Croce (1610), sapientemente restaurata e trasformata in museo. All'interno è custodita la Deposizione dalla Croce di Luca Signorelli (1516) e un grande quadro del Pomarancio. Pregevoli anche la chiesa di San Bernardino (1556), la chiesa di Santa Maria della Pietà (1486), con un affresco attribuito a Pinturicchio. La chiesa di San Francesco, la più antica di Umbertide (1299), è stata riaperta al pubblico nel 2005 dopo un attento restauro conservativo.
Rocca di Umbertide
Nel centro storico di Umbertide spicca il poderoso mastio della fortezza medievale progettata nel 1374 da Angeluccio di Ceccolo detto Il Trucascio e completata nel 1389, sotto la guida di Alberto Guidalotti. La costruzione è formata da un'imponente torre quadrata alta più di 30 metri e da altri tre torrioni merlati più bassi. Nella parte inferiore è provvista di spesse mura ed un tempo da porte dotate di ponti levatoi. Nelle segrete della rocca, nel 1394, vi fu rinchiuso Braccio Fortebracci da Montone, ma, liberato dopo il pagamento di un riscatto, questi la conquistò e vi risedette fino alla sua morte avvenuta nel 1424. Dopo questo evento, la rocca passò sotto lo Stato della Chiesa e negli anni successivi, vide il passaggio di numerosi eserciti, fino a quando nel 1478, le milizie di Federico II da Montefeltro, devastarono sia la struttura che il territorio frattigiano. Nel 1521, il papa Leone X, affidò la custodia della rocca alle maggiori autorità di Fratta (antico nome di Umbertide) per sette anni e tale onore fu procrastinato da Clemente VII per altri dieci, al fine di utilizzare lo stipendio che altrimenti si doveva versare al castellano ed ai soldati, per il restauro delle mura. Sempre durante questo secolo, divenne sede di una guarnigione militare pontificia e ne fu ampliato l'apparato difensivo. La sovvenzione perugina fu abolita nel 1798, quando la Fratta divenne uno dei tredici Cantoni del Dipartimento del Trasimeno. Con il ritorno del papa Pio VII alla guida dello Stato Pontificio nel 1814, la rocca fu destinata a pubbliche carceri, utilizzazione che durò fino al 1923. Da questo momento fino al 1974, il complesso venne destinato ad uso abitativo, dovendo subire alcune trasformazioni interne e la copertura dei due torrioni circolari. La rocca è composta da un imponente mastio, di m 7,60 di lato e di m 31,60 di altezza, e da tre torrioni merlati più bassi di cui due circolari ed un terzo a pianta quadrata. Le mura, un tempo dotate di porte con ponti levatoi, mostrano l'imponente spessore che alla base misura m 2,20, donando all'intero complesso un aspetto di fortezza invalicabile. È possibile accedere all'interno attraverso la sola porta nella piazza Fortebracci; l'altra, attualmente demolita, era in direzione della Reggia, detta " del soccorso". Nel 1984 l'Amministrazione comunale si è interessata di risanare la struttura con un lungo e sapiente restauro votato al recupero della sua identità storica e al consolidamento statico, che si è concluso nel maggio del 1986. Durante i lavori di ristrutturazione sono stati rinvenuti alcuni elementi che hanno permesso di ricostruire l'identità di parti del complesso altrimenti smarrite; un'antica scala in muratura, ritrovata nella prima sala della rocca, al primo piano, ed una botola portata alla luce al piano terra, sotto un metro e mezzo di terriccio, utilizzata per l'accesso ai sotterranei, hanno consentito di ricucire il collegamento verticale interno alla torre: dalla segreta alle merlature. Sono state apportate inoltre, alcune modifiche per migliorare l'utilizzo degli ambienti interni, eliminando alcuni muri divisori delle celle della torre e la copertura a padiglione della stessa, è stata sostituita da un pavimento praticabile. Infine è stata creata un'entrata alla base del torrione sinistro, per consentire il collegamento tra piazza del Mercato e piazza Fortebracci. Attualmente l'amministrazione comunale ha destinato alcune sale della rocca alla sede del Centro per l'arte contemporanea.

Montone
La storia di Montone, iniziata nel IX secolo, è profondamente legata alle vicende della famiglia Fortebraccio, che aveva la signoria del territorio. Nel 1200 la famiglia decise di superare politicamente e pacificamente le lotte per la conquista del territorio conteso da Perugia, Gubbio e Città di Castello: cedettero a Perugia ogni loro bene e ricevettero in cambio il titolo di "nobili perugini" e altri privilegi. Nel 1368 nacque a Montone il più famoso dei Fortebraccio: Andrea detto poi Braccio da Montone, che divenne uno dei più celebri capitani di ventura. Dopo la sua morte e dopo alterne vicende, Montone fu sottoposta al dominio della Chiesa. Ritornò Comune autonomo solo alla nascita del Regno d'Italia (1860). L'edificio di maggior pregio artistico di Montone è la gotica chiesa di San Francesco (XIV secolo) ad unica navata e abside poligonale: all'interno numerosi affreschi di scuola umbra, alcuni attribuiti al maestro Bartolomeo Caporali, e interessanti gruppi lignei. Nella chiesa è allestito il Complesso museale di San Francesco, dove è possibile ammirare pitture, argenti e paramenti sacri di grande valore artistico, e al piano terra il Museo Etnografico, con più di 600 pezzi provenienti dall'Africa Orientale. Da piazza Fortebraccio, su cui si affaccia il bel palazzo Comunale, si raggiunge il punto più elevato del borgo in cui si trovano i ruderi della Rocca di Braccio, distrutta nel 1478 per volere di Sisto IV. Sui resti della fortezza sorge l'ex convento di Santa Caterina, che oggi ospita l'archivio storico comunale, uno dei più importanti dell'Umbria per il ricco patrimonio documentario. Altro importante edificio religioso è la collegiata di Santa Maria e San Gregorio Magno, realizzata nel 1310 e restaurata nel corso del XVII secolo, dove il lunedì di Pasqua si espone la reliquia della Sacra Spina. Dedicata a San Gregorio, fuori dalle mura cittadine, si trova la Pieve vecchia. Costruita intorno al 1000 in stile romanico-bizantino, è stata rifatta nel XVI secolo. Nell'abside affreschi di scuola umbra. Sempre fuori del centro abitato la Rocca d'Aries, imponente castello riportato al suo antico splendore grazie ad un attento restauro.
Collegiata di Santa Maria e San Gregorio
La collegiata "Santa Maria Assunta" risale nello stile e nell'aspetto attuale alla seconda metà del 1600. Costituisce l’ampliamento di una chiesa del 1300 più bassa, senza l’attuale abside e le Cappelle laterali. È stata chiamata “Chiesa di Santa Maria assunta (in cielo) fino a quando, per comodità della popolazione è succeduta come chiesa parrocchiale all’antichissima “Pieve”, che le passò i suoi Titolari, il privilegio di avere una Cattedra Vescovile e un collegio di Canonici. Da allora ha preso il nome di “Chiesa di San Gregorio” oppure “Collegiata”. Nel 1661 venne restaurata dal canonico Giovanni Pazzaglia ed assunse le attuali sembianze. L'edificio, con pianta a croce latina, presenta un'unica navata con uno straordinario soffitto a cassettoni lignei. All'interno si trova la “Cappella delle suore” così chiamata per l’attiguo convento delle clarisse. Sono loro che custodiscono la Sacra Spina (donata alla popolazione di Montone da Carlo, figlio di Braccio Fortebracci, ed esposta al pubblico solo il lunedì di Pasqua e la penultima domenica di agosto di ogni anno). La chiesa è ricca di affreschi e tele, come "L’Ultima cena", collocata sopra la porta della sagrestia, opera del fiammingo Calvaert. L'affresco della volta, invece, è stato realizzato da Giovanni Parenti, caposcuola dell’accademia Fiorentina. Risale alla prima metà del 1700 e rappresenta gli apostoli in attesa della discesa dello Spirito Santo.
Piazza Fortebraccio
L'incantevole piazza di Fortebraccio riprende il nome dal capitano di ventura Andrea Fortebracci, detto appunto Braccio da Montone, che fu signore del castello a partire dal XIII secolo. E' la sede del municipio di Montone, ed è posta nel cuore del borgo medievale, da dove partono numerosi vicoli fiancheggiati da case con muratura a cortina. E' un luogo suggestivo, dove è possibile respirare un'atmosfera d'altri tempi; dalla piazza si può vedere, svettante tra i vicoli del borgo, l’alta torre civica con l’orologio su una facciata

Arezzo
La città sorge un colle all'incrocio di quattro valli: Val Tiberina, Casentino, Valdarno e Valdichiana. La città ha origini antichissime, della Arretium etrusca si hanno tracce già dal IX sec. a.C. e fu una della più importanti della Toscana. Arezzo mantenne sempre un ruolo importante e di prestigio in Toscana grazie alla sua posizione lungo la Via Cassia. Molti i personaggi illustri che sono nati ad Arezzo, tra tutti Giorgio Vasari, Piero della Francesca, Guido Monaco, Francesco Redi e Petrarca. Nonostante parte della città medievale sia stata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, il centro di Arezzo conserva splendidi monumenti, chiese, palazzi e musei.
Il Duomo di Arezzo
Si dice che il Duomo sia stato costruito sulle rovine di una delle prime chiese cristiane di Arezzo ma, qualsiasi sia ritenuta essere la sua origine, grazie alla sua posizione dominante, si riesce a vedere per chilometri dalla campagna circostante, con la guglia della torre come segno distintivo ed inconfondibile. L'edificio che noi tutti vediamo oggi, situato in cima ad una scalinata in pietra, fu costruito all'inizio del 1300 ma, a causa di una situazione economica in continuo cambiamento, non fu terminato fino alla metà del 1500; nel corso dei secoli, poi, sono state apportate varie altre modifiche, come il campanile e la guglia del XX secolo. Se si guarda il lato della chiesa che si estende dalla piazza verso il parco, si può notare un'entrata laterale alquanto insolita: dopo diverse battaglie la città era caduta in una grave situazione economica a causa della quale la chiesa non riuscì ad essere terminata, motivo per cui fu costruita quest'entrata temporanea. Se si guarda più da vicino la parete alla sinistra della porta, si può ancora riuscire a rintracciare i segni di una vaga cicatrice, ad indicare il punto in cui la costruzione fu ripresa durante il XVI° secolo. All'interno della chiesa è preservata la storia della città, tra cui diversi monumenti che rendono omaggio al particolare attaccamento della popolazione alla Vergine Maria, così come numerose opere d'arte di artisti famosi come Piero della Francesca e Guillaume de Marcillat.
La Fortezza Medicea
Proseguendo lungo la parete esterna della chiesa, ci si imbatte in una delle molte aree verdi di Arezzo, dominata da un'imponente statua dedicata ad uno dei personaggi più rappresentativi della città: il Petrarca. Il parco offre una suggestiva vista panoramica sulla valle del Casentino, i vigneti circostanti, gli oliveti e il sinuoso paesaggio residenziale che si estende ai piedi del centro storico. La Fortezza Medicea, protetta da uno scudo di alberi fino all'estremità, è stata costruita a forma di stella a cinque punte per volere di Cosimo I dè Medici sulle sedi pre-esistenti del potere di Arezzo, per dar maggior vigore al dominio fiorentino sulla città. Le pietre per costruire la fortezza furono estratte dall'anfiteatro romano ai piedi della città e, sebbene sia stata ristrutturata e smantellata diverse volte nell'arco dei secoli, rappresenta ancora un importante esempio di architettura medievale del 1500.
Piazza Grande
Scendendo da Corso Italia sulla sinistra si trova la Loggia progettata dal Vasari dalle splendide arcate e antiche porte, che un tempo davano accesso ai negozi ed alle boutique lungo la piazza. Oggi, quest'area ospita diversi bar e ristoranti che, durante l'estate e la primavera, sfoggiano tavoli e sedie all'aperto nella loggia, mentre d'inverno si trasformano in angolini intimi ed accoglienti da dove godere di una vista privilegiata su Piazza Grande. Questa piazza, dalla particolare pendenza con un dislivello di almeno 10 metri, fu progettata per incanalare l'acqua piovana. Costruita sulle rovine di quello che da molti era ritenuto essere l'antico foro romano, ospita oggi il famoso mercato d'antiquariato mensile e la rinomata Giostra del Saracino,. Dal centro della piazza si può ammirare non solo la loggia vasariana, il profilo di alcune delle case torri medievali della città e il Palazzo della Fraternita dei Laici, ma anche il design creativo del retro della Pieve ed una fontana pubblica risalente al XVI° secolo.
Basilica di San Francesco
La Basilica di San Francesco, edificata a partire dalla seconda metà del XIII secolo, è un edificio in pietre e mattoni in semplice stile gotico. La sua costruzione fu terminata nel XIV secolo, mentre il campanile fu aggiunto nel XVI secolo. La Basilica è a una navata e racchiude uno dei capolavori di tutta la pittura rinascimentale, la Cappella Bacci con il ciclo di affreschi della Leggenda della Vera Croce, dipinti da Piero della Francesca tra il 1452 ed il 1466. Il tema del ciclo è tratto dalla Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine. Gli affreschi sono posti su tre livelli sulle pareti laterali e sul fondo. Nella disposizione delle scene, Piero della Francesca non rispettò l’andamento cronologico ma sviluppò la simmetria fra le varie scene dipinte: in alto sono rappresentate delle scene all’aperto, nel centro scene di corte e in basso scene di battaglia.

Castiglion Fiorentino
Castiglion Fiorentino è un borgo storico situato nella Valdichiana aretina. Di antichissima origine, è stato assiduamente abitato prima dagli Etruschi e poi in epoca romana. Scavi archeologici nel piazzale del paese hanno portato alla luce un’area sacra databile al V secolo a.C. Si conserva quasi intatta la cinta muraria medievale dominata dal Cassero.

Cortona
La città, racchiusa da una cinta muraria in cui ancora oggi sono visibili tratti etruschi e romani, è stata costruita su di un colle a circa 600 metri di altezza. Questa posizione sopraelevata garantisce un'ottima visuale da diversi punti della città, che consente di ammirare gli splendidi paesaggi della Valdichiana e anche il lago Trasimeno. Il centro di Cortona si sviluppa attorno alla Piazza della Repubblica, sulla quale si affaccia il Palazzo Comunale. La città è piccola, ma offre diverse cose interessanti da visitare, tra cui il MAEC (Museo dell'Accademia Etrusca e della Città di Cortona), nel quale sono esposti, tra le altre cose, molti reperti provenienti dalle diverse aree etrusche della zona. Da non perdere la visita al bellissimo Santuario di Santa Margherita, patrona della città, ed alla Fortezza del Girifalco. Entrambi si trovano sul punto più alto del colle, al quale si può tranquillamente arrivare camminando, tenendo presente che il percorso è abbastanza breve, ma molto in salita. Seguendo il percorso che costeggia le mura cittadine si gode oltretutto di bellissimi panorami sui dintorni. La Fortezza del Girifalco, costruita a scopo militare, ha subito nei secoli importanti rimaneggiamenti ed attualmente è visitabile solo in parte.

Poppi
Il borgo medievale di Poppi, posto alla sommità di un colle, è inconfondibile per la presenza di un grande castello che domina su tutto l'antico abitato e su buona parte del Casentino. Il paese, cinto ancora dalle sue possenti mura, a buon motivo può essere considerato il gioiello architettonico di questa valle toscana in terra d'Arezzo.
Castello dei Conti Guidi
Senza dubbio l'elemento di maggiore attrazione e interesse di Poppi, questo edificio risale al XIII secolo ed è uno dei monumenti più visitati dell'intera provincia aretina. Di particolare interesse in questo castello sono la Biblioteca Rilliana che conserva 25.000 volumi antichi, il salone delle feste, l'alta torre che offre incredibili panorami e la cappella dei Conti Guidi decorata da affreschi trecenteschi di Taddeo Gaddi, allievo di Giotto.

Camaldoli
Con il termine Camaldoli, in Casentino, si va a indicare una vasta zona all'interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, e non una singola località. Di questo territorio fanno parte due luoghi molto conosciuti come il Sacro Eremo e il Monastero di Camaldoli incastonati in un incredibile contesto naturalistico noto da molti secoli come Foreste Camaldolesi perché create dagli stessi monaci benedettini fin dal loro insediamento in questa zona ormai oltre mille anni fa.

Chiusi della Verna
Chiusi della Verna è un centro situato nelle affascinanti valli dell’Arno e del Tevere, nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Il luogo è noto soprattutto perché sulla parte meridionale del Monte Penna, ben visibile da lontano, sorge il Santuario di San Francesco alla Verna. In questo si respira l’intensa devozione francescana, ed è situato in una posizione particolarmente suggestiva.